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Sosta di lavoro a forlì


di forrestsherman
20.02.2016    |    19.475    |    5 8.1
"Mio marito mi chiese allora se avessi voluto sentire la sua lingua dentro di me, ed il mio “siiii..."
Sosta di lavoro a Forlì

Sono alta, magra, molto sexy, ha 43 anni, laureata in biologia, faccio da anni rappresentate di prodotti per le farmacie e giro tutta la mia zona, prendendo appuntamenti con i titolari dei negozi per dimostrare nuovi prodotto cosmetici e sollecitare ordini. Per il mio lavoro giro tre giorni alla settimana e spesso passo la notte da sola in alberghi.
Mio marito Marco mi aspetta quando torno, lui lavora in banca, bada alla casa ed alla bambina quando io sono assente. Ci telefoniamo e facciamo Skype e a volte anche sesso virtuale.
Io gli racconto certe mie fantasie e a lui piace e facciamo del vicendevole autoerotismo. Ma finoa quella notte non ho mai avventure sessuali reali e mio marito sa che gli sono fedele.
La cosa avvenne a Forlì, dove, all’albergo Italia,dove ero scesa, quella sera feci colpo su un ragazzo giovanissimo, si chiamava Samar, lo vidi sul cartellino, che lavorava, penso per mantenersi agli studi.
Era di pelle scura , forse egiziano, bellissimo, con una pelle ambrata, mi disse poi che era figlio di una italiana e di un egiziano, come quella modella Saudi Aziza.
Quando , dopo il check in, mi accompagnò con le due borse pesanti alla camera, capii che c’era un sottile feeling. Mi guardava sorridendo mentre mi faceva strada e vidi che apprezzava le mia gambe che si muovevano nella gonna di pelle nera. Avrà avuto meno di vent’anni…pensai, un momento di grazia per gli uomini…molto duri, molto fecondi, molto allupati…magari...non avevo mai provato un giovane, pensai che quella sarebbe stata un buona occasione, ma dai, mi dissi, un ragazzino, tu hai 43 anni, un marito, una figlia…
Mi guidò nel percorso dei due piani in ascensore, guardandomi la pancia che veniva modellata dalla gonna nera sotto il capottino e il seno che spingeva il golfino di cachemire sotto la giacca grigia stretta.
Poi un corridoio lungo e semibuio, prima di trovare il numero della mia camera, si fermò davanti ad una porta, fece cenno di fermarmi...disse “senti bella, qui non c’è nessuno, lontano dalle telecamere , ti dico che posso farti felice, se vuoi dopo il turno, mi piaci, so come fare e sorrideva…sempre lavoro , lavoro, con Samar ti diverti, godi…”
Stava di fronte a me sfacciato ragazzotto, ma rischiava, se faceva così con le clienti l’avrebbero presto denunciato per violenza…ma il fatto era che era simpatico, oltre che bello, ma non potevo certo farglielo vedere…
Io, da serissima professionista, dico “ma cosa sta dicendo? Non puoi farmi proposte, sono una signora! Non faccio queste cose!, se non la smette lo dico al direttore! Andiamo alla mia camera, su!”
Ma la figa mi segnalava che lei avrebbe voluto…io dicevo tra me ma quando mai, farmi sbattere da un fattorino a Forlì, senti le mie amiche che risate…e mio marito…!
Già, un angolo del cervello sapeva che a mio marito quella avventura non sarebbe certo piaciuta, ma va…mah…mentre camminavo pensavo, però…non lo saprà mai…”
Samar trottava con aria seria verso la fine del lungo corridoio, sorrise e mi fece cenno alla telecamera di sorveglianza…Poi aprì la stanza a me destinata…disse “prego” con fare altezzoso…appoggiò i bagagli sui tavolini e mi guardò sempre sorridendo, tirai fuori cinque euro e glieli misi in mano. Lui disse, facendo una faccia triste, “non pagare Samar, non soldi, amore”, e sorrise… Il comportamento mi disarmò…sorrisi anch’io …dissi non si può fare Samar, sei bello, ma io sono sposata…non posso..”
Lui disse, “tu pensa, se vuoi, ordini la cena e Samar viene , dopo le 10, la porto io, tu dici cena alle 10..ok?”
Ero imbarazzatissima, per levarmelo di torno gli dissi, “ok, grazie Samar, Ci penserò! ..ma non aspettarti che lo faccia, grazie comunque, ciao”
Lui andò alla porta, poi si girò e disse “ voglio te, voglio amarti” e fece cenno di un bacio con la bocca.
Io dissi a voce alta “basta! Esci!” ma in modo poco convinto, il segnale era che l’avrei fatto ! ….Mi ero eccitata al pensiero...
Rimasta sola mi dissi che avrei potuto di stare un pò al suo gioco e lasciarlo un pò fare, eccitarmi ancora, prima di rispedirlo, n bianco, in camera sua e poi magari soddisfarmi da sola…
Aprii le valige e misi in ordine un pò le mie cose, qua e la per la stanza, poi mi chiusi in bagno, più che altro per mettere a fuoco i miei pensieri e decidere la mia prossima strategia.
Riempii la vasca e mi ci immersi, pensavo sempre al ragazzo, come sarebbe stato scoparlo, e la fantasia mi indusse a dirigere la doccetta sulla figa, e il flusso caldo mi pervase, insistetti, mi toccavo il clitoride con l’altra mano, e l’orgasmo venne fulmineo…
Pensai….lo voglio...che figura, una seria professionista, sposata, scopare un valletto…poi dicevo, perché no? in fondo Lady Diana scopava stallieri e guardie del corpo… e sui marito era contento.
Decisi, presi il telefono del bagno, stando nell’acqua e telefonai a mio marito. Pensai, cosa dico ? Gli dico che forse potrebbe piacergli se fottessi un egiziano.. .mai più…Hmm, no, meglio prenderla larga.
Iniziai quella telefonata, dapprima pò imbarazzata, poi sempre più divertita, a mio marito raccontai dei miei affari, ma trascurai il mio dubbio…
Poi decisi, mi ci volle un buon quarto d’ora per darmi una sistemata, poi mi stesi sul letto e chiamai il servizio, ordinando la cena per le 10.
Asciugai i capelli e mi truccai leggermente con un filo di mascara e un leggero eyeliner, per non dare l’impressione di essermi truccata per lui.
Indossai un completino intimo color viola ed una sottoveste di seta bianco perla e sopra l’accappatoio bianco dell’albergo.
Decisi di non indossare calze nè scarpe, rimanendo con le pantofole di tela bianche messe a disposizione dall’albergo.
Poche gocce del mio profumo, sui polsi e sul collo, incorniciavano quel mio essere un pò puttanella, quella sera. E finalmente uscii dal bagno.
“Sei mio, Samar, !”, pensai, divertita all’idea di quello ragazzo che arrivava con il carrello apparecchiato e il suo pisello.
Alle 10 e un quarto bussò forte..e io aprii, dicendo, ma si bussa così in camera di una signora”.
E lui: “sono ansioso …per farle piacere, Signora”
Lui intanto aveva sistemò con abilità la stanza, organizzando un vero e proprio angolo da cena, avvicinando il carrello ed una poltroncina ai piedi del letto matrimoniale.
Aveva poi scelto con cura la miglior illuminazione possibile e cambiato la musica dalla, che ora suonava una suadente musica longue.
Mi accomodai ai piedi del letto, con lui sulla poltroncina ed alzammo, divertiti, i coperchi di quel che aveva ordinato; salmone, pane integrale, formaggio con miele e macedonia.
Spizzicammo con piacere quella cena, mentre ci raccontavamo qualcosa delle nostre vite, così tanto diverse tra loro.
Poi mi alzi dal tavolino con l’accappatoio un po’ aperto, la sottoveste che faceva vedere il completino intimo viola..
Questo indicò a Samar, cosa volevo e dopo aver leggermente aperto le mie cosce, iniziava a risalire sotto l’accappatoio, fino a raggiungere la sottoveste.
Quella insolita situazione, quelle dita e quelle labbra che realizzavano le fantasie che dichiaravo a mio marito erano mentalmente più eccitanti di quanto stavo fisicamente provando, pensai, ma poco dopo mi accorsi che quel piacere era anche fisico e quelle dita erano arrivate sin dove il mio corpo era più sensibile a quelle attenzioni.
Tutti i miei uomini, mi accorsi, erano stati più vecchi di me, avevo sempre scelto uomini socialmente affermati e quindi più maturi di me.
Fino a quella sera. Ora invece quel ragazzo, così lontano dai miei gusti, mi stava prendendo o forse ero io che mi stavo dando a lui, lasciandomi travolgere da un desiderio mai provato che mi spingeva a lasciarmi andare.
Lo guardai, lui sorrise. Lo guardai con occhi nuovi, dovevo ammettere che era molto bello, e anche attraente.
Mi sentivo la figa aprirsi, dovevo controllarmi, me la sfiorai con la mano, era calda , palpitante…Con uno sforzo e anche motivata da un po’ di paura di passare il limite, non era bene andare avanti...cercavo la forza per fermarmi, dissi “senti, Samar… è stato bello, ora però andiamo a dormire…” mio marito mi chiamerà alle 11…non andiamo oltre…. Ma lo dissi in modo poco convinto…
Lui disse “ l'ho vista, vedo che coli già…ti vorrei toccare... ti faccio godere! “ e lo racconti a tuo marito, lui godrà …
“ cosa? Non se ne parla! “ non siamo dei pervertiti ! “...mi fingevo scandalizzata.
Lui impassibile con fare professionale da perfetto cameriere, disse “ Va bene signora, ora vado ma perdi molto ... accarezzando il suo coso che si intravedeva gonfio sotto i pantaloni leggeri. Si avviò verso la porta.
Mi dissi…. La mia figa mi disse ..”Non puoi lasciarlo andare!”
Lo fermai con un braccio. Lui sorrise di nuovo e si sedette, io era in piedi, titubante, davanti a lui…” Sollevi la vestaglia” - mi intimò.
Rossa in viso, alzai l’accappatoio, fino alle cosce. Lui si alzò, mi venne vicino e mi mise una mano fra le gambe. Io ebbi un fremito, ma lo lasciai fare, stavo perdendo il controllo..la mente diceva che dovevo fermarlo, andare, ma il corpo diceva di lasciarlo fare!
Sentivo che mi toccava le mutandine, poi lentamente le abbassò.
Io mi sento avvampare per la vergogna, sentivo l’eccitazione infuocarmi il ventre, alzavo leggermente i fianchi, lasciando che quel ragazzo sfilasse le mie mutandine. Ero persa, mi vergognavo, ma mi bagnavo…non potevo fermarlo . Sentivo le sue dita accarezzare la pelle semidepilata del pube e cercar la fessura ..Lui si eccitava e disse “ Allarghi le gambe ora” mi disse. Io ero intontita, non riuscivo a controllarmi…gli aprii le gambe e sentii le sue dita entrare a cercare il clitoride. Quando l’ebbe trovato e me lo leccò, mentre esplora la mia vagina io stavo in piedi, davanti a lui, e sentivo un bruciore cominciare dal clitoride ed entrare nel ventre, non potevo resistere messa così, mi tremavano le gambe, non volevo che se ne accorgesse.
Lui però era astuto, ci sapeva proprio fare e continuava con metodo masturbarmi e leccarmi, non riuscivo a stare ferma mi dimenavo e col bacino spingevo verso di lui come un pianeta attratto dal suo sole. Lui si alzò e tolse la mano, dicendo “ Via la sottogonna !” .
Io restai imbambolata e sento come una mancanza nella mia intimità, un poco seccata che si sia fermato. Volevo che continuasse fino a farmi venir così, senza di più, come da ragazzina al parco con quel mio amichetto.. Ma cosa stavo facendo? Mi ripresi , pensai, “sono una donna matura che vuole essere scopata!”
Lui si accorse del mio cambiamento e mi slacciò la vestaglia, che cadde ai miei piedi, poi, come se fossi ormai sua schiava, mi ordinò, Signora, si apra e si tolga il reggiseno “
Questo gioco mi faceva allupare..Ora ero nuda, indifesa, davanti a lui, chiesi” Che cosa vuoi fare?” Lui mi girò attorno , mi palpò il sedere, mi disse “adesso si sdrai sul letto” e intanto si slacciò i pantaloni e si calò i boxer rivelando un coso che io guardai spaventata.. dissi “ Un momento, che cosa vuoi fare? Non te lo permetto! “ ma mi stesi sul letto. Lui mi venne sopra, sentivo le sue mani sul mio seno, il suo membro appoggiato sul mio ventre.
Ero terrorizzata, avevo concesso troppo, la mia figa mi aveva fatto perdere il controllo del gioco..ero nuda, e pronta ad essere penetrata da uno sconosciuto e non potevo far niente,
Proprio mentre cercavo di calmarmi suonò l’i-phon...mio marito..feci gli occhiacci a samar, lui si scostò e si mise a sedere sul letto.
”tutto bene?” dirre Marco, si dissi con fatica” tutto bene” , e cercai di parlare del più e del meno ..io un seria rappresentante di cosmetici, davo la buonanotte a mio marito da un albergo di Forlì….dove un giovane cameriere mi stava per fottere.
Ma il gioco mi venne , a mio marito, stavolta con voce un pò ansimante, confessai che mi stavo masturbano, che ero eccitata e che avrei voluto che uno sconosciuto sentisse sul suo volto il calore della mia fica.
Lui fu subito d’accordo e stette al gioco, come facevamo spesso. Anche lui si stava eccitando, ma non sapeva che intanto veramente Samar aveva aperto ancora di più la mie cosce ed sentivo il calore del suo respiro sulle grandi labbra, ormai, mentre io accarezzavo la sua nuca.
Mio marito mi chiese allora se avessi voluto sentire la sua lingua dentro di me, ed il mio “siiii....” fu così intenso che la mia mano spinse la nuca di Samar finchè la sua lingua non mi fù dentro. Gemetti con un “ahhhhh” e mio marito interpretò bene quel mio gemito di piacere e mi chiese se mi stavo masturbando. Gli risposi che sentivo la lingua di uno sconosciuto dentro di me, cosa che mio marito interpretò come una mia fantasia, mentre Samar baciava e succhiava le mie labbra ed il clitoride con infinita dolcezza, lasciando poi nuovamente sprofondare la sua calda lingua dentro di me.
Mio marito, ormai anche lui molto eccitato, mi confessò che anche lui si stava masturbando, pensando a me. Io gli risposi che sentivo davvero quella lingua dentro di me e lui si eccitò ancora di più, sentendomi così coinvolta dalle mie fantasie...... come fossero vere, mi disse.
Samar intanto mi prendeva i fianchi con le mani ed affondava la sua lingua con colpi sempre più decisi e ritmici, spingendo ora la sua lingua sul mio clitoride, ora affondandola dentro di me. Urlavo nel telefono il mio orgasmo, inarcai i fianchi ancora di più e spinsi la sua nuca tra le mie cosce, mentre le sue mani risalirono dai fianchi fino ai miei seni ed io scoppiai in un lungo gemito di piacere, godendo così intensamente da rimanere senza respiro.
Anche mio marito credo fosse venuto in quel medesimo istante, perchè anche il suo respiro era molto affannato ed aveva smesso di parlarmi al telefono.
Rimanemmo così tutti e tre, in silenzio, io e mio marito uniti al cellulare e quel ragazzo con le sue labbra sulla mia fica.
Piano piano ci stavamo riprendendo da quel lungo attimo di intensa passione e mio marito iniziò a dirmi dei nostri impegni per l’indomani sera, in casa di amici, ma io non avevo molta voglia di ascoltarlo, volevo soltanto andare avanti e farmi scopare da Samar, ma non trovavo il modo per chiudere così brutalmente la nostra conversazione. Lo guardai con occhi pieni di interrogativi, mentre cercavo di dire a mio marito che ero stanca e che avrei voluto dormire. Ci dicemmo ciao, a domani, e chiusi, e Samar , che aveva capito, mi regalò un sorriso, poi subito cedetti a lui che mi aprì le gambe e spingeva per entrare. Ma non riusciva, nonostante i miei liquidi che mi avevano reso la figa come una spugna , tanto era grosso! Sentivo male quando spingeva e feci una smorfia, ma lui si fermò, e poi appoggiandolo di nuovo e spingendo con tanta forza che io sentii male e mi morsi le labbra quando mi entrò quasi del tutto. Disse “ Ma non hai mai fatto questo con marito ? “ Non riuscivo a rispondere ed arrossivo, pensando al pene di mio marito, ma intanto lui diede tre colpi forti , dopo avermi fatto allargare le piccole labbra e io cominciavo ad assecondarlo finchè entrò del tutto toccandomi il fondo e facendomi gridare e poi cominciò a muoversi lentamente. Il movimento del suo pene mi provocava un piacere incredibile dopo il dolore, non l'avevo mai provato e in quel momento mi resi conto di quello che avevo perso. Pensai che con mio marito, che ha un pene minuscolo non ho mai avuto orgasmi, sempre una cosa veloce e priva di godimento. Fino a quel momento gli orgasmi me li sono procurati solo con il vibratore e la mia fantasia, raramente con Marco. E invece in quel momento tutto il mio corpo partecipava a quell’amplesso che mi stava eccitando anche se ne avevo paura, con un ragazzo sconosciuto. E guardai il giovane che era sopra di me e mi sbatteva elettrizzato e leggermente sudato. Ipnotizzata lo osservavo e lo trovavo proprio bello, e lui intanto sorrideva e mi baciava sul collo, facendomi rabbrividire e d'improvviso mi accorsi che lo sto abbracciando mentre avvertivo il suo pene che scorre dentro di me.
Lui si accorse del cambiamento avvenuto in me e si muoveva con lentezza, forse per farmi assaporare di più il piacere, e più passava il tempo e più mi stavo eccitando, mentre lui sembrava impassibile, continuava il movimento regolarmente senza accelerare.
Io invece, non abituata, sentivo che il piacere mi faceva esplodere e non riuscivo a trattenermi e urlavo, mi bagnavo, mi sbrodolavo, pensando “ ecco, ho un grosso cazzo dentro, mi allarga, mi sfonda, penso in modo assurdo, penso a cose porche, penso parolacce che non riesco a dire, fottimi, spaccami, la mia fica è aperta, sborrami dentro, sono una troia, ce l’ho dentro, mamma lo sento, toccami l’utero, sborro anch’io, godo, sono una vacca..” e intanto inarcai il bacino e strinsi il suo corpo cercando di accoglierlo il più possibile.
Sentivo i suoi testicoli battere contro il mio sesso e la punta del suo pene sbattermi il collo dell'utero.
Non avevo mai provato un piacere simile, mi divincolavo ed emetto dei rantoli ad ogni colpo. Sentivo che stavo per venire. Riuscii a dire “ Ahhh.sto per venire…non smettere…scopami, fottimi, spaccami..” e acceleravo i miei movimenti col bacino, e lui mi accontentava fino a che esplosi in un orgasmo mai provato urlando, mentre lui continuava instancabile mentre io non riuscivo più a resistere e piangevo “ Ti prego basta - gli gridai - mi dà fastidio…la figa...mi scoppia...la figa.. .ti prego! “
Lui si fermò, improvvisamente , io tremavo e godevo ..mi toccai il clitoride, avevo delle contrazioni nella pancia…strinsi le gambe attorno al suo palo ancora duro e fermo, come se lo volessi succhiare dentro, lo tenni con le braccia, lo graffiai sulla schiena…sentivo tutta figa che grondava, intorno al core pulsante, i brividi mi percorrevano e poi mi lasciavano e sentivo come uno svenimento e mi abbandonai sul letto esausta.
Avvertivo la tensione nella figa vinta, come strano nuovo piacere che sta montando e lui era sempre duro e riprendeva a muoversi dentro di me, ora più veloce e mi sembrò anche più eccitato.
Io ricominciavo a godere, mi mise le mani sul sesso e cominciò a stimolarmi il clitoride.
Io era di nuovo eccitata e cominciai a muovermi mugolando e avvertii che finalmente lui stava per venire dentro la mia figa liquida.
Cercai di assecondarlo ma persi la testa , urlai , ora le parole sconce che prima non riuscivo a dire “siii fottimi, spaccami, la mia fica è aperta, sborrami dentro, sono una troia, ce l’ho dentro, mamma lo sento, toccami l’utero, sborro anch’io, godo, sono una vacca.”
Mi muovevo freneticamente, non ragionavo più, presa tutta dall'eccitazione. Lui divenne più violento, mi colpiva come volesse trapassarmi, stava smaniando, parlava anche lui, dice oscenità in francese con la voce spezzata e ebbe come dei rantoli di godimento e con un colpo finale m’inondò di caldo liquido che trabocca fuori, colandomi tra le cosce.
La mia figa sentiva e trasmetteva un orgasmo cerebrale, pensavo al su cazzo dentro che eiaculava le ultime gocce…pensai..bianche anche e lui è nero urlai” ..…vengoo.. ahhh…sborrami tutto quel che hai…riempimi..te lo succhio…” ero tutta sudata, e lo guardai , sfinita. Io guardai e benedivo la mia sorte. Non pensavo di trovare uno stallone così . Non ce la faccio più…ma sono sua schiava
Stemmo alcuni minuti attaccati, sentivo il seme che colava dalla vagina squassata.
Samar, poi si alzò e si ricompose con la sua divisa. Lo guardai con occhi pieni di interrogativi, lui intanto, portò il suo dito indice sulle sue labbra e piano piano, fece “Shhhhh...!!!”
Mi regalò un sorriso, di quelli un pò sfrontati , ma rispettosi, ed uscì in silenzio dalla mia camera.
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